Questo progetto nasce da un racconto di resistenza.
UNA NARRAZIONE TRASCRITTA A MANO
Fiabe Italiane raccolte e trascritte da Italo Calvino
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Nel 2009, un’amica originaria dell’Albania, mi racconta che durante gli anni del regime i libri proibiti dal governo venivano conservati e diffusi ricopiandoli a mano. I libri così riprodotti contenevano numerose grafie perché ogni lettore ne trascriveva una parte prima di passare il quaderno insieme al libro ad un altro.
La scrittura è una delle prime forme di tecnologia inventata dall’uomo, implica padronanza e controllo. Trascrivere è un azione formale e concettuale allo stesso tempo, trascrivere insieme significa coniugare, unire le forze, gli stili, la loro ricchezza e intrinseca varietà. Trascrivere a mano un intero libro in forma collettiva trasforma le pagine in immagini, la scrittura non viene più letta, ma percepita come segno grafico, fatto di tratti, inclinazioni, incisioni, ritmi, andature e corpi.
Le fiabe appartengono a tutte le culture nate e sopravvissute grazie alla trasmissione orale; vanno al di là dei confini politici, mentre appartengono fortemente a quelli geografici e alle tradizioni culturali. Trascrivere insieme una raccolta di fiabe con il proprio alfabeto, si traduce in un opera visiva partecipata.
La scuola, in cui ho l’occasione di lavorare, contiene diversi cicli di formazione (elementari, medie, licei insieme a tutto il corpo insegnante e ATA), è un luogo adatto per iniziare un’opera di trascrizione partendo dalla prima elementare e percorrendo le varie fasi di studio e di crescita fino all’età adulta, dove il modo di scrivere, ormai incarnato, diventa una forma analogica di riconoscimento.
La trascrizione di questo libro contempla in sé, come opera d’arte, anche il processo che vorrebbe innescare. Diversi studi fatti negli anni (https://www.roots-routes.org/?s=marta+dell%27angelo) hanno identificato la scuola come luogo consono per realizzare la trascrizione. Le scuole possano trascrivere a mano un testo passandosi il materiale di mano in mano con molta facilità; in questo modo diventerebbero produttrici di cultura diretta.
La forza di questo progetto sta nella sua continuità, è un lavoro capillare che passa da persona a persona, come il passaggio di un testimone. La realizzazione di un’opera può essere anche un pretesto per continuare a scrivere a mano affiancando e sostenendo la tecnologia digitale contemporanea.
La storia della scrittura dura almeno da cinquemila anni. Si fondava inizialmente su modelli rigidi di disegno delle lettere, fino ad arrivare alla variabilità individuale promossa dalla società moderna. La scrittura è una delle tracce fondamentali, insieme alle arti visive, che hanno permesso di tramandare e trasmettere la storia, la filosofia, la tecnica e la letteratura.
Mi piace immaginare che per ogni alfabeto esistente sul pianeta si possano trascrivere a mano le fiabe autoctone di riferimento. Una pratica come fonte di partecipazione, condivisione e cura della memoria.
This project was born from a tale of resistance.
A HAND-TRANSCRIBED NARRATIVE
Fiabe Italiane collected and transcribed by Italo Calvino
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In 2009, a friend originally from Albania told me that during the years of the regime, books banned by the government were preserved and disseminated by copying them by hand. The books copied in this way included numerous handwritings because each reader transcribed part of it before passing the notebook along with the book to another.
Writing is one of the earliest forms of technology invented by man; implying mastery and control. To transcrible is a formal and conceptual action at the same time, to transcrible together means combining, joining forces, styles, their richness and intrinsic variety. Transcribing an entire book by hand in collective form transforms the pages into images, made of traits, inclinations, engravings, rhythms, gaits and bodies.
Fairy tales belong to all cultures that were born and have survived thanks to oral transmission; they transcend political borders, while they belong strongly to geographical ones and cultural traditions. Transcribing together a collection of fairy tales with their own alphabet, results in a participatory visual work.
The school, in which I have the opportunity to work, contains several cycles of education (elementary, middle, high school together with the entire teaching staff and employees), it is a suitable place to begin a work of transcription starting from the first grade and going through the various stages of study and growth up to adulthood, where the way of writing, now embodied, becomes an analogue form of recognition.
The transcription of this book, as a work of art, also embraces the process it would like to engage. Several studies over the years (https://www.roots-routes.org/?s=marta+of%27angelo) have identified the school as a suitable place to carry out transcription. Schools could transcribe a text by hand, passing the material from hand to hand very easily; in this way they would become producers of direct culture.
The strength of this project lies in its continuity, it is a capillary work that passes from person to person, like the passing of a baton. The creation of a work can also be a pretext to continue writing by hand alongside and in support of contemporary digital technology.
The history of writing spans at least five thousand years. It was initially based on rigid patterns of letter design, until the individual variability promoted by modern society. Writing is one of the fundamental traces, along with the visual arts, that have allowed history, philosophy, technology and literature to be handed down and transmitted.
I like to imagine that for every alphabet existing on the planet, one could transcribe by hand the indigenous fairy tales of reference. A practice as a source of participation, sharing and memory care.